Cosa fare quando l’amore finisce

Impariamo a diffidare di tutte quelle situazioni che sembrano solo rose e fiori.

Non esiste coppia che non abbia avuto problemi e attraversato almeno un momento difficile, magari arrivando persino a interrogarsi se avesse ancora senso continuare a stare insieme.

La vita a due è un costante andare incontro all’altro e, talvolta, può essere molto faticoso, specie se l’amore finisce.

Le relazioni nascono dall’unione di due persone uniche e va da sé che ognuna di esse sia un mondo altrettanto unico. Anche i problemi, di conseguenza, vengono percepiti e vissuti in modo diverso da coppia a coppia.

Ciò che per qualcuno potrebbe essere un problema superabile – pensiamo ad esempio a chi, magari, resta insieme dopo un tradimento – per qualcun altro può rappresentare un ostacolo insormontabile.

Partendo da questa considerazione, è chiaro che stilare un elenco dei problemi di coppia non è del tutto fattibile. Possiamo individuare, però, fattori nemici delle relazioni.

Noia e monotonia, ad esempio, possono apparire quasi innocue, ma hanno un potere devastante se lasciate andare alla deriva.

A queste aggiungiamo la mancanza o l’incapacità di comunicazione, avere obiettivi di vita e valori diversi, l’incompatibilità, fino ad arrivare a quando tra i due – o anche solo per uno dei due – non c’è più amore.

Come capire se è meglio chiudere una storia?

Una storia va chiusa quando è finita, quando gli aspetti negativi superano di gran lunga quelli positivi, e su questo dovremmo essere tutti d’accordo.

La questione è:
Come capiamo se la relazione è davvero giunta al capolinea?
Esistono dei segnali, dei campanelli d’allarme che possono aiutarci a capirlo?
E, se sì, quali sono?

Come è facile immaginare, non è semplice districarsi nell’universo delle emozioni e delle sensazioni.

Tutto ciò che riguarda noi esseri umani, infatti, è fortemente influenzato dalla percezione soggettiva che abbiamo delle situazioni, di noi stessi, dell’altro e della nostra unione.

Non dobbiamo poi dimenticare la paura di ritrovarsi soli, di soffrire o far soffrire, di aver fallito, di non essere capaci a portare avanti una relazione e via dicendo.

La paura, molto spesso, ci limita, ci imprigiona e ci fa rischiare di restare legati a situazioni ormai logore.

Per fare chiarezza, e provare a capire se la nostra storia ha ancora una chance o è da chiudere, un buon primo passo sta nello scrollarsi di dosso la paura e mettersi in ascolto di noi stessi.

Iniziamo così con il chiederci se siamo felici nella relazione che stiamo vivendo, ma anche se sentiamo di essere ancora innamorati del nostro partner, se immaginando il futuro lo vorremmo avere accanto, se i problemi che stiamo vivendo sono davvero insormontabili o se, riflettendo con calma, ci accorgiamo che lo sono solo in apparenza.

Insomma, tentiamo di analizzare la situazione, valutando anche se la comunicazione è ancora buona o se non ci parliamo più, o ancora se non facciamo che passare di litigio in litigio.

Se da queste riflessioni emerge un quadro marcatamente negativo, con molta probabilità la nostra storia ha esaurito le risorse ed è meglio chiuderla.

Come riuscire a chiudere una storia?

Ok, abbiamo capito che la nostra storia è ormai finita, ma come passiamo all’azione e la chiudiamo?

Tra il dire e il fare, infatti, ci sono moltissime cose da considerare.

Chiudere una storia, e chi ci è passato lo sa molto bene, non è per niente semplice, ancor più quando si tratta di relazioni di lunga durata.

Qui le implicazioni sono solitamente maggiori, sia in termini di quantità che di gravità.

Oltre i due individui direttamente coinvolti, entrano in gioco anche altre persone – le famiglie, gli amici, e se ci sono i figli – e non dimentichiamo le questioni pratiche che occorrerà risolvere – una casa acquistata o un’azienda messa su insieme, ad esempio).

In ogni caso, chiudere una storia significa mettere la parola fine a un progetto, un sogno, un’idea condivisa e poco importa se da tempo barcollava o non stava più in piedi, il dolore, la tristezza, ma anche la rabbia, ci saranno comunque.

Tutto ciò, però, non ci deve impedire di mettere il punto a una situazione che ormai non ci rende felici, in cui non riusciamo più a stare bene.

Le difficoltà andranno affrontate, un passo alla volta, solo così si potrà tornare a essere pienamente felici e soddisfatti della propria vita.

Quanto tempo ci vuole per superare la fine di una storia?

Superare un trauma, come può essere la fine di una storia d’amore, è una faccenda del tutto personale.

Non ci sono due rotture uguali o con uguali conseguenze perché ogni storia è unica e ogni persona, oltre che unica, è in costante mutamento ed evoluzione.

Anche per la stessa persona, due rotture potrebbero essere due esperienze completamente diverse.

Pensiamo, ad esempio, cosa significa lasciarsi vent’anni, quando magari si è ancora convinti che l’amore vero sia uno e uno solo e che durerà per sempre.

E quanto può essere diverso se ci si lascia a quarant’anni, quando la vita è già bella piena di responsabilità e impegni che non si possono mettere in un cantuccio o procrastinare.

Il tempo necessario per superare la separazione, anche se si tratta della stessa persona, difficilmente sarà lo stesso in entrambi i casi.

Chiarito che non c’è un tempo standard, valido per tutte le coppie, in ogni situazione e a qualsiasi età, quello che possiamo considerare è come impieghiamo il nostro tempo per superare la fine di una storia, cosa che ovviamente incide su quanto ce ne occorrerà.

D’istinto potremmo chiuderci in noi stessi a rimuginare sul nostro dolore, sul risentimento, scorrendo come in un film tutta la storia per cercare il punto in cui si è rotta.

Ma così rischiamo di catapultarci in un loop da cui è difficile uscire e, peggio ancora, è difficile pure accorgersi di esserci finiti dentro.

Il dolore, come la rabbia o il senso di abbandono che si associano alla fine di una storia, se lasciati lì da soli a macerare, non si dissolveranno come per incanto, anzi aumenteranno.

Occorre elaborare ciò che sentiamo per poterlo superare, lasciarcelo alle spalle e proseguire sulla nostra strada.

Aprirci e condividere le sensazioni che proviamo con le persone con cui abbiamo relazioni sane e gratificanti può essere un buon rimedio, o almeno un primo step verso la guarigione.

Parliamone

Quando interrompiamo una relazione, ma anche quando ancora non riusciamo a decidere se sia finita o meno, parlarne con un professionista del benessere mentale può fare la differenza, facilitando il cammino che ci porterà oltre l’indecisione, i dubbi, l’incapacità di capire o magari la sofferenza.

Contattami per fissare un appuntamento e analizziamo insieme la situazione per ritrovare il tuo equilibrio e la tua tranquillità.

 

Bibliografia

  • Albano T., Glimanoska L., In-dipendenza: un percorso verso l’autonomia. Vol. 2 – Manuale per la cura e la prevenzione delle dipendenze, Ed. Franco Angeli, 2007
  • Gottman J., Gottman J. S., Siegel D. J., Dieci principi per una terapia di coppia efficace, Raffaello Cortina Editore, 2017
  • Fonagy P., Gergely G., Jurist E., Target M., Regolazione affettiva, mentalizzazione e sviluppo del sé, Raffaello Cortina Editore, 2005
  • Carli L., Cavanna D., Zavattini G. C., Psicologia delle relazioni di coppia, Il Mulino, 2009
  • Mitchell S., Gazzillo F., L’amore può durare? Il destino dell’amore romantico, Raffaello Cortina Editore, 2003